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A Italo Calvino
Biblioteca Oplepiana N. 25
(2005)

La plaquette n. 25 della Biblioteca Oplepiana è dedicata a Italo Calvino nel ventennale della sua scomparsa. Contiene testi di Paolo Albani, Brunella Eruli, Domenico D'Oria, Elena Addomine, Sal Kierkia, Anna Busetto Vicari, Giuseppe Varaldo, Maria Sebregondi, Raffaele Aragona.
Quella che segue è l'introduzione della plaquette.

 

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Un omaggio a Italo Calvino a vent'anni dalla scomparsa. 
 Un omaggio al Calvino delle invenzioni oulipiennes che condivide molte idee e predilezioni con Queneau & i suoi bizzarri sodali: l'importanza delle costrizioni nell'opera letteraria, l'applicazione meticolosa di regole del gioco molto strette, il ricorso ai procedimenti combinatori, la creazione di opere nuove utilizzando materiali preesistenti (dalla postfazione di Calvino all'edizione francese de Le Château des destins croisés del 1976).
 Un omaggio allo scrittore «membre étranger» dell'Oulipo, «una specie di società segreta» (la definizione scherzosa è dello stesso Calvino), una singolare consorteria di letterati con la passione della matematica e di matematici con la passione della letteratura, in cui domina il divertimento, l'acrobazia dell'intelligenza e dell'immaginazione, in cui si pensa e si parla attraverso ghiribizzi e capriole del linguaggio e del pensiero (da «Due interviste su scienza e letteratura», in Italo Calvino, Una pietra sopra. Discorsi di letteratura e società, Torino, Einaudi, 1980, pp. 184-191).
 Un omaggio all'«elegante fumista» per il quale il divertimento consistente nello sperimentare un metodo di pensiero come un accessorio che impone regole precise e complicate può coesistere con un agnosticismo e un empirismo di fondo (da un'intervista rilasciata a Maria Corti sul numero 6 della rivista Autografo dell'ottobre 1985).
Un omaggio allo sperimentatore inquieto che vede nel gioco oulipiano della costrizione un inno alla libertà d’invenzione, paradossalmente capace, come il meccanismo più artificiale, di risvegliare in noi i demoni poetici più inaspettati e segreti (dall'articolo «Perec, gnomo e cabalista», la Repubblica, 6 marzo 1982, p. 18).
Un omaggio dunque a quel Calvino lì, lo scrittore curioso, divertito nella sua labirintica e controllata spericolatezza, che non è poi così distante dagli altri Calvino possibili, e dal Calvino tutto intero, con le sue avvolgenti dissonanze che ne fanno ancora oggi uno scrittore sorprendentemente dinamico, un classico in movimento.

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Maria Sebregondi 
Sulla luna giraffa 
(frottole del senso assente)*


 

Tra le dune, sensazionale svista! 
Una lucciola danza trasparente, 
l'effìmera vuol farle un'intervista:
la ballerina è fuoco inesistente, 
scoop folgorante per la sua rivista. 
Cerca e ricerca il guizzo rifulgente, 
ma il plenilunio abbaglia l'arrivista.
il senso è perso nel contrasto assente.

S'acquatta il gatto dal gran buio attratto, 
tiepida e molle la notte avvolgente. 
Aleggia scomposto un gesto distratto, 
tenta distante le vibrisse attente. 
Il pelo denso aspetta ora il contatto, 
l'odore di carezze è onnipresente, 
ma il novilunio è un risucchio intatto:
il senso è perso nell'incontro assente.
 

Nota*

Su uno dei tavoli incompiuti di Calvino resta una silloge di racconti sensoriali, pubblicata postuma con il titolo Sotto il sole giaguaro. Tre storie dedicate, nell'ordine, all'olfatto, al gusto, all'udito. La vista, il tatto e altri sensi possibili sono rimasti a volteggiare sul tavolo senza avere il tempo di distillarsi in scrittura.
Sulla luna giraffa. Frottole del senso assente è un omaggio in due ottave (con ammicco ariostesco) ai sensi mancati (les beaux absents) che echeggiano nelle rime (ABABABAB//CBCBCBCB).

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