Ogni esempio di testo costruito secondo regole precise apre la molteplicità "potenziale" di tutti i testi virtualmente scrivibili secondo quelle regole, e di tutte le letture virtuali di quei testi. Italo Calvino
Maria Sebregondi
CENTOMILA MILIARDI DI CHIMERE
Combinatoria per una traduzione
Biblioteca Oplepiana N. 27
(2007)
I dieci sonetti Centomila miliardi di chimere sono dedicati alla traduzione dei Cent mille milliards de poèmes di Raymond Queneau e celebrano fasti e nefasti dell’avventura traduttoria di M.S. nel confrontarsi con la celebre opera queniana e nell’interpretarla chimericamente.
Il tema è dunque la traduzione e la sua natura ibrida, capricciosa, quando non perversa: corre lungo i dieci sonetti saltellando fra diverse metafore, dalla cucina al calcio alla fiaba, tra mitologemi e tecnicismi.
Testo bifronte, chimera filologica che seduce e danna, la traduzione vive nel segno del falso e dell’impostura. Così pure questa plaquette che cavalca una contrainte non nuova, ripetendo il gioco combinatorio ideato da Queneau: dieci sonetti, un taglio sotto ciascun verso e la possibilità – grazie a un’opportuna struttura morfologica e sintattica – che ciascun verso sia intercambiabile con ogni altro verso situato nella stessa posizione; per ciascun verso esistono dieci possibili scelte indipendenti e, poiché i versi sono 14, si avranno in totale 1014 sonetti, cioè centomila miliardi di poesie. Ovvero – come dice lo stesso Queneau nell’introduzione ai suoi Cent mille miliards de poèmes (Gallimard, Paris, 1961) – «Volendo essere più espliciti per gli scettici: a ogni primo verso – in numero di dieci – si può far corrispondere dieci secondi versi differenti; ci sono dunque cento combinazioni diverse per i primi due versi; aggiungendo il terzo ce ne saranno mille e, per i dieci sonetti completi, di quattordici versi, si ottiene proprio il risultato suddetto».
I dieci sonetti qui proposti sono, quindi, solo dieci varianti dei centomila miliardi di chimere possibili.(*) In più, essi presentano la stessa struttura metrica (ABAB ABAB CDE EDC) e le stesse rime/consonanze/assonanze di detta traduzione, peraltro ancora inedita.
(*) Il primo di questi sonetti compare, con il titolo Tradurre, una chimera? Per-Que-neau!?!, nella plaquette numero 26 della “Biblioteca Oplepiana”, pubblicata in occasione dell’XI edizione del “Premio Capri dell’Enigma” dedicato alla Chimera, novembre 2006.
Qui sotto riproduciamo la prima pagina dei sonetti chimerici.
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Chimera filologica spinosa
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quando la traduzione l’irretì
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il desiderio ora due lingue sposa
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ma nell’amplesso tutto si tradì
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Centomilamiliardi alla rinfusa
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fettuccine di carta in rêverie
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centoquaranta versi fanno presa
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come s’incolla il riso del supplì
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Gorgheggia la chimera un po’ cornacchia
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i versi nella gabbia fan canizza
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trema il diktat dell’alta fedeltà
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Si rotola ridendo sul sofà
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saltella fra una rima e una putizza
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centomilamiliardi che gran pacchia
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