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IL DOPPIO. 
DUE PER UNO
Biblioteca Oplepiana N. 22
(2004)

La plaquette N. 22 (numero doppio) della Biblioteca Oplepiana è dedicata al tema del doppio. Contiene contributi di Alessandra Berardi, Anna Regina Busetto Vicari, Brunella Eruli, Domenico D'Oria, Edoardo Sanguineti, Elena Addomine, Ermanno Cavazzoni, Giulio Bizzarri, Giuseppe Varaldo, Maria Sebregondi, Paolo Albani, Piergiorgio Odifreddi, Raffaele Aragona, Sal Kierkia e Totò Radicchio.
Riproduciamo qui di seguito l'introduzione e un esempio, cioè il testo di Giuseppe Varaldo. 

Doppiogiochisti per vocazione (in senso buono, ricreativo), sempre disposti a barcamenarsi sul filo doppio delle ambiguità del linguaggio, ricco di equivoci, slittamenti semantici e doppi sensi, assiduamente desiderosi di scoprire i doppifondi dentro cui si nascondono potenziali Identità e Differenze letterarie, potevano, gli Oplepiani, così combinati (e combinatori), esimersi dallo scendere in campo affrontando una costrizione tanto seducente come quella congegnata sul tema del doppio?

 Certamente no. E dunque l'hanno fatto, in modo appropriato alla natura dell'impresa, sdoppiando acrobaticamente i loro testi, facendoli dialogare a breve distanza, specchiandoli l'uno di fronte all'altro, e con ciò dando vita a una serie di riflessi condizionati (da regole), di speculazioni fantasmagoriche, di rimandi bifronti, di calchi illusori e via di questo passo (anch'esso, perché no?, double come in certi movimenti di danza).

 L'hanno fatto di buon grado, ripensando affettuosamente all'esperienza di illustri plagiari d'anticipazione, alle disavventure di certi nobili dimezzati e di altri soggetti, non meno distinti, sempre indecisi se credersi uno, nessuno o centomila, agli strani casi di rispettabili medici, ai ritratti di giovani dalla straordinaria bellezza, e poi ancora ai sosia, ai nasi in uniforme, alle ombre perdute, agli elisir diabolici, alle metamorfosi che ogni giorno, come enormi insetti immondi, si rappresentano intorno a noi, frutto dei nostri sogni agitati.

 L'hanno fatto, se vogliamo, emulando un po' alla lontana lo spirito dei doppiatori che prestano la loro voce incollandola scrupolosamente sulle labbra di altri individui, in questo caso prestando, gli Oplepiani, la voce di un esercizio a un altro esercizio suppletivo, ausiliario, solidale, quasi gemello, in una complicità che relega uno dei due al ruolo di esercizio alter ego, definibile, su un falso piano etimologico, come «un testo che fa le voci di un altro».

 Dunque, in questa plaquette, ci sono due testi che si guardano, si completano, si coniugano, si arricchiscono vicendevolmente, due testi che ammiccano fra loro, che si scrutano e che in un certo senso si prendono burla l'uno dell'altro, stretti nelle grinfie di una doppiezza non ipocrita, ma ippocratica, sperimentale.
 

 

Giuseppe Varaldo
 

SENSO DOPPIO / DOPPIO SENSO

Ammissione di usuraio lombardo
Presto a tutti, a Lodi.
 

La casa delle streghe
Sinistra, per esse, appare.
 

Sono un pidocchio
Vivo in testa.
 

La carriera di usciere ministeriale
Parte da messo, nel Comune.
 

 Arrivano i tifoni
Occhio ai détti venti!
 

Matricola cinese
Nuovo corso, Ho.
 

Re Sole a Colbert
Stronzo, lo Stato sono io!
 

Epitaffio per un antico poeta di Bangkok
In tutti sei, in Siam rimasti.
 

Il marito non più voglioso
Legge di norma a letto.
 

Credi in certi valori
Mostri dei reali principi.
 

Come giudico il leghista tipo
Che so, non certo un colto.
 

Per la strage di San Valentino
Fissato il piano, secondo Al.

Chiusura di premio letterario
Lodi a tutti, a presto.

Nella sigla DS
Appare Esse per Sinistra.
 

Il medico sperimentatore
Testa in vivo.
 

Il senso della propria inutilità
Comune nel messo da parte.
 

Due decine di massime
  Venti détti, a occhio.
 

Nonostante il mio cuore malato
Ho corso di nuovo.
 

Mea culpa
Io sono stato lo stronzo.

Unici big superstiti
Rimasti siam in sei, tutti in.
 

Il testamento agli eredi     
Letto a norma di legge.
 

Il genere fantasy
Principi reali, dei, mostri.
 

  Nelle tue parole allusive
Colto un certo non so che.
 

Quel mio coinquilino maniaco
   Al secondo piano il fissato.

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