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SILLABE IN CRESCENZA
Biblioteca Oplepiana N. 15
(1999)

L'avventuroso ritrovamento, in uno sgabuzzino murato del Palazzo di Recanati, di quindici tentativi dell' Infinito strutturati in tutte le salse metriche, con progressiva espansione, dal balbettio monosillabico alla scandita ariosità del settenario doppio, ha permesso di seguire passo dopo passo il percorso compiuto da Giacomo Leopardi per arrivare alla superba versione in endecasillabi sciolti che tutti conosciamo.
Luca Chiti è l'autore de L'infinito futuro, che mette in luce il percorso seguito dal Poeta, un percorso ad oggi sconosciuto che va dai monosillabi

Mi fu nel cuor
ad ora ad or
quel mio bel col
che sta da sol,
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attraverso bisillabi, trisillabi, ternari, quaternari, quinari, senari

Mi fu sempre caro,
restando al riparo
di siepe modesta,
sedere su questa
collina foresta,
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e settenari, ottonari

Qui sul colle solitario,
dove siedo a notte fonda
del gran cerchio lo scenario
una siepe che fa sponda
mi impedisce di veder.
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novenari, decasillabi, endecasillabi (sonetto caudato), senari doppi

Mi è caro di sera, sul colle seduto,
lanciare nel cielo lo sguardo perduto;
ma c'è questa siepe che dell'orizzonte
la vista impedisce. Eppure sul monte
mi piace restare per immaginare
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fino ai settenari doppi (martelliani) 

Mi furon sempre cari quest'ermo colle e questa
siepe che, ostacolando la vista, il guardo arresta
al di qua del confine vago dell'orizzonte,
sì che né quinci miro il mar né quindi il monte.
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che precedono la stesura finale in endecasillabi sciolti. 

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