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Raffaele Aragona
SE MI DIMENTICCHIO LO STRUGA:
I NEOLOGISSIMI DI MALERBA

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Durante quelli che Sebastiano Vassalli definiva «i banali anni Ottanta» elencando neologismi veri di quell'epoca oppure accumulando parole di significato improbabile e strane invenzioni lessicali fatte di troncamenti e simili, Luigi Malerba (che partecipò anch'egli al Gruppo 63) ne fabbricava d'altro tipo dando loro il nome di "neologissimi". Se "neologismo" è detto di vocabolo (locuzione o accezione) di recente formazione e in attesa d'essere attestato nei dizionari, ai "neologissimi" di Malerba non era dato questo destino giacché, con le loro surreali definizioni, essi  miravano ad altro. Quelle invenzioni, dall'apparenza scherzosa e leggera, a volte nascondono sottovoce e in modo edulcorato, notazioni serie e finanche polemiche in varie direzioni: verso il mondo politico o quello  letterario, ad esempio. Rimasti quasi clandestini per decenni, apparsi in modo sparso negli anni '70 e '80 in alcune riviste letterarie ("il Caffè", "Linus" e "Il Cavallo di Troia"), questi piccoli testi sono ora ripresi e riuniti grazie alla cortesia degli Eredi di Malerba, I neologissimi inaugurano una nuova collana dell'Opificio di Letteratura Potenziale ("I Quaderni dell'Oplepo", n. 1, in 150 + XXX copie numerate, Napoli, 2013). 
    Di cosa si tratta? «Già la parola 'neologissimo' è un neologissimo», dice Ermanno Cavazzoni nell'Introduzione al libricino e continua spiegando che «il neologissimo è una felice invenzione che fa sorridere per la giustezza geniale della parola». Se i neologismi è facile farli, «forse per i "neologissimi", conclude Cavazzoni, «la regola è alzare lo sguardo, sbucare oltre la sfera della lingua corrente e attingere alla nube di Oort, serbatoio delle comete».
        Ecco qualche esempio.
    «Dimenticchiare. Dimenticare con allegria, con leggerezza. Si può dimenticchiare l'ombrello, il motivo di una canzone, il titolo di un film, l'onomastico della fidanzata, il guinzaglio del gatto. Il chirurgo non può dimenticchiare il bisturi nella pancia del paziente, sarebbe ancora peggio che dimenticarlo. I personaggi dei libri di Arbasino possono dimenticchiare tutto, il destino di quelli di Cassola invece è di essere dimenticchiati. Dimenticchiare fa parte della famiglia dei dormicchiare, canticchiare, leggiucchiare, sonnecchiare, eccetera».

    «Strugàre. Darsi da fare nel mondo delle lettere. Strugatore è l'arrampicatore (o l'arrampicatrice) letterario italiano, velleitario perché per la verità da noi non ci sono montagne letterarie su cui arrampicarsi, ma soltanto modeste colline. Lo strugatore o la strugatrice incominciano la carriera entrando a far parte del Club dell'Altroieri (detto anche dei Nemici del Sabato), società del tutto irresponsabile presieduta da una anziana signora e da altre vipere villane. Gli strugatori più fortunati vengono promossi a simbolo pubblicitario di un liquore dolciastro (Lo Struga), appiccicoso e nauseante come gli scrittori scelti per le sue campagne promozionali. Non è ben chiaro tuttavia se sono gli scrittori a fare pubblicità al liquore o il liquore agli scrittori, ma probabilmente l'effetto è nullo da ambo le parti».

A volte, però, Malerba ha mal previsto, come mostra un neologissimo che ha varcato la soglia dei dizionari:

    «Tuttòlogo. Neologissimo già usato da Ruggero Guarini per definire quei pubblicisti che sono soliti intervenire su qualsiasi argomento, in qualsiasi momento, sempre con competenza e tempestività. I tuttologhi sono i Colombo e i Magellano della carta stampata, quotidiana o settimanale, grandi navigatori nell'incerto tutto».

Il Mattino, 1 ottobre 2013, p. 15.

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